Ed. Comitato B. G. Liccio, Caccamo, 1992.
Ho scritto questa memoria del Beato Liccio sull'onda emotiva provocata in me dalla devozione che il popolo di Caccamo tributa a questo grande e poco conosciuto domenicano. Non è un libro storico nel senso che si dà ai libri di storia, ma non è neppure un libro creato dalla mia fantasia. Ciò che ho scritto è semplicemente un tentare di rivivere con gli occhi di un uomo del 1990 una storia che si fa contemporanea. Sono convinto, infatti, che i santi o sono nostri contemporanei nell'imitazione di Gesù Cristo, o non interessano e non dicono molto. Il Beato Giovanni non ha bisogno di onori, né desidera i nostri applausi, perché si è comportato bene davanti a Dio e agli uomini. Non è questo infatti il motivo per cui la chiesa ce li propone. La glorificazione che la chiesa ne dà è un obbedire ad un comando del Signore Gesù che vuole la luce posta in cima ad un candeliere e non nascosta. Un santo è un uomo illuminato che a sua volta indica la strada che lui ha percorso dietro le tracce di Gesù Cristo.
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